Tango to Evora

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Setsuna
view post Posted on 12/11/2009, 00:36




Un giorno d'autunno.
Il freddo non è così pungente come quando l'inverno arriva con tutta la sua aria gelida.
Stavo li, seduta su una sedia a guardare fuori dalla finestra.
Tutti danzavano sulle note di un tango lento, triste ma quasi sensuale... Io non ne avevo voglia.
Queste feste non fanno per me, ma sono sempre costretta a prendervi parte.
Alcuni ragazzi, vedendomi seduta venivano a chiedermi di concedergli un ballo, ma io rifiutavo gentilmente alzando delicatamente la mano e facendo segno di fermarsi.
Sorridendo, mi dileguavo con la mia solita maschera di ghiaccio.
Nessuno di quei ragazzi suscitava qualcosa in me...
Poi mi sentii toccare la spalla scoperta dall'abito che indossavo... Un abito succinto, uno di quelli col corpetto, una lunga gonna stretta con uno spacco lunghissimo che arrivava quasi al fianco, mostrando, ad ogni passo che facevo, le mie gambe...
Mi voltai.
I nostri sguardi si incontrano.
Capelli corvini, occhi scuri, alto e dai lineamenti aristocratici ed esotici, accompagnati da uno speldido sorriso. Lo sguardo e la sua fredda fermezza scrutavano i miei occhi, quasi a costringermi ad accettare il suo invito...
Mi porse la mano, chinandosi un po' su di me.
Io ero tentata di respingere anche lui, ma quello sguardo mi affascinava e non riuscii a dirgli no.
Strinse la mia mano e portò l'altro braccio intorno al mio bacino, facendo in modo che i nostro corpi andarono a stretto contatto.
Era talmente alto, confronto a me, che gli arrivai a malapena al petto...
I musicisti cambiarono canzone e la ragazza che cantava improvvisò degli intoni con la voce, senza cantare una melodia con parole precise.. Lo strumento di rilievo, in quel preciso momento era il violino.
Lui mise una mano sul lato esterno della mia coscia e scese dolcemente verso il ginocchio, accarezzandola e portandomi in avanti.
Mi lasciai guidare, dopotutto il tango si balla così...
I capelli cadevano un po' sui suoi occhi mentre teneva la testa chinata verso di me, io di tutta risposta lo guardavo con serietà.
Danzatore della notte, vorresti per caso sedurmi con questo tuo sguardo freddo ed impassibile?
Sarebbe la tattica giusta, ma per natura non mi concedo così facilmente.
Mentre ballavamo, sotto gli sguardi rapiti di tutti, lui sembrava quasi voler accarezzare tutto il mio corpo, studiarlo e cercare di imprimersi nella mente le mie forme... Sotto le note di quel Tango, che ancora riecheggia nella mia testa come una dannata melodia.
Sento il mio corpo in fiamme ogni volta che ci penso...
Così, sotto gli occhi di tutti, uscimmo dalla stanza e finimmo sulla terrazza di quella casa.
Lui continuava a stringermi il bacino, come a voler continuare quel ballo di prima.
Mi poggiò una mano sulla spalla e mi fece indietreggiare col suo solo sguardo...
Freddo come il vento di quella sera, glaciale a tal punto da placare ogni tuo tentativo di fuga, severo e autoritario da lanciarti un comando senza aver bisogno di parlare.
Mi spinse indientro con forza e appoggiò una mano vicino al mio viso, per poi accarezzarlo dolcemente con le nocche.
Io tremai appena, ma lui mi riguardò sorridente.
Mi calmai.
Chinò la testa verso il mio viso e appoggiò le sue labbra sulle mie, per poi dischiuderle appena e far scivolare la sua lingua dentro la mia bocca. Nel mentre afferrò la mia coscia destra e la sollevò a tal punto da fare il modo che la mia gamba si accavallasse sulla sua.
Aveva un sapore dolce con un retrogusto piccante, molto sensuale.
I nostri due corpi erano di nuovo a stretto contatto...
Sotto la luna, sulle note di quel tango triste e quella fredda serata di autunno... i nostri due sguardi si incrociarono per poi dare sfogo ad una impetuosa ed irreversibile passione.
Indimenticabile...

 
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